Domanda:
Berlusconi è mafioso?
t.hooker@ymail.com
2011-03-03 14:01:09 UTC
Tutte le storie che si raccontano in riferimento al dopo Tangentopoli, che fondamento hanno? Davvero Berlusconi ha trattato con la mafia (direttamente o indirettamente, tramite Dell'Utri p.e.)?
POI: comunque se queste cose vengono dette UN SEPPURE MINIMO FONDO DI VERITA' ci DEVE ESSERE!
Ovviamente lui dice che i magistrati sono comunisti ecc ecc ecc, ma ovviamente è la solita balla per disorientare gli italiani, ma alla fine dal dopo Tangentopoli, possibile che di certo non ci sia nulla?!?!?
Sedici risposte:
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2011-03-04 04:01:46 UTC
.... (Muto suggno!). Ciao.
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2011-03-04 07:24:25 UTC
- No non è mafioso, è solo amico di Dell'Utri ed ha detto che Mangano è un eroe...
?
2011-03-03 22:08:32 UTC
ti rispondo da uomo comune, a me che berlusconi sia o non sia importa poco, tanto e' inutile negarlo sono sessant'anni che la mafia ha le mani sulla politica e questo e' innegabile, io spero solo che venga un governo, che sia di sinistra, che sia di destra, di centro, non importa, ma che faccia qualcosa finalmente per i cittadini , in italia dove abbiamo la stessa disoccupazione giovanile della striscia di gaza, non c'e' futuro, e forse non c'e' neanche il presente , viviamo come quei nobili decaduti che non hanno piu' niente , ma si appellano al loro sangue blu.
2011-03-03 22:16:29 UTC
l'italia è mafiosa.
2011-03-05 11:10:57 UTC
SI , molto
Paolo
2011-03-05 11:21:13 UTC
Quando c'è del fumo, qualcosa brucia.!



Questo vale anche per gli altri 944 inquilini del Parlamento !
mario.delise
2011-03-05 11:06:01 UTC
No, io lo escludo, ma circa i retroscena dei presunti rapporti tra il Cavaliere e la mafia, ho letto un articolo, a firma di Hermann Tertsch, che comincia con queste parole, pronunciate davanti ai giudici dal pentito Francesco Di Carlo: "Mi incontrai nuovamente con Marcello Dell'Utri a Milano, se non ricordo male a metà degli anni Settanta. Andammo a pranzo con Tanino Cina, Nino Grado, Mimmo Teresi e Stefano Bontate. Vestivano in modo particolarmente elegante, e a una mia domanda risposero che dovevano incontrarsi con un grande industriale milanese amico di Tanino Cina e Marcello Dell'Utri. Mi chiesero di andare con loro e accettai di buon grado. Arrivammo in un ufficio in centro. Quindici minuti dopo arrivò Silvio Berlusconi. Bontate invitò Berlusconi a investire in Sicilia. Questi replicò che temeva i siciliani, che al nord non lo lasciavano tranquillo. Bontate mi aveva già anticipato in macchina che Berlusconi aveva paura di essere sequestrato. Allora lui gli disse che non aveva nulla da temere vista la sua vicinanza con Dell'Utri, ma che ad ogni modo gli avrebbe mandato uno dei suoi perché non tornasse ad aver problemi con 'i siciliani'. In seguito mi disse che chi era stato inviato insieme a Berlusconi era Vittorio Mangano, all'epoca agli ordini di Bontate, e che qualunque contatto con Berlusconi doveva passare attraverso Mangano. Ricordo anche che Berlusconi, al termine dell'incontro, disse testualmente che 'era a nostra disposizione per qualunque cosa'. Da parte sua, Stefano Bontate gli confermò la stessa cosa".

Cominciò così, secondo la ricostruzione del Pais, la "lunga, fruttifera, anche se alla fine troncata amicizia tra Mangano, noto uomo di mafia, e l'attuale nuovo fiammante primo ministro italiano". Il giornale approfitta, con questo attacco durissimo, per mettere in guardia il capo del governo spagnolo José Maria Aznar, la cui "pretesa alleanza" con Berlusconi potrebbe essere compromessa dal cerchio giudiziario che si stringe intorno al leader di Forza Italia. "Chi tra due semestri ricoprirà la carica di presidente dell'Unione europea si indigna il quotidiano spagnolo - appare più e più volte nell'istruttoria della procura antimafia di Palermo, e non come esempio di virtù democratiche e europeiste, ma come socio di Stefano Bontate, uno dei membri del triunvirato che dirigeva la mafia negli anni Settanta".

El Pais analizza poi il rapporto con Vittorio Mangano il quale, secondo la procura di Palermo, quando si installò nella villa di Berlusconi ad Arcore, "era già molto più che un semplice soldato di Cosa Nostra" e operava nel settore delle estorsioni e del racket delle corse ippiche. Con interessi nel traffico internazionale di stupefacenti e nel riciclaggio di denaro sporco, Mangano era un uomo chiave nella cosiddetta Milano Connection. Secondo quanto dichiarò Berlusconi ai giudici nel 1997, in realtà si trattava solo di uno stalliere assunto per prendersi cura dei cavalli di Arcore. Ma la dichiarazione di un altro pentito, Salvatore Cancemi, aggiunge altri particolari a questa vicenda: "Nel 1990 Totò Riina mi disse di comunicare a Mangano che doveva smettere di interferire nei rapporti che lui stesso aveva stabilito con Dell'Utri, collaboratore di Berlusconi. Andai a casa di Mangano e lo informai dell'ordine di Riina. Mangano cercò di giustificarsi dicendo che i rapporti con Dell'Utri li aveva mantenuti sempre lui. Tagliai corto e dissi: 'Togliti di mezzo perché ora li mantiene Riina'. Gli dissi che era inutile cercare di convincermi perché doveva limitarsi a rispettare la volontà di Riina, altrimenti l'avrebbe pagata con la vita. Quando Riina menzionò Dell'Utri e mi disse che era la persona di fiducia di Berlusconi, dando per scontato che Dell'Utri era in contatto con la nostra organizzazione, non mi sorprese, perché io avevo saputo già da prima attraverso Mangano dell'esistenza di questi contatti". Aggiunge Salvatore Cancemi: "Mangano si serviva di Dell'Utri e poteva chiedergli qualunque cosa. Per esempio, Mangano mi raccontò che in una tenuta grande e bella alla periferia di Milano, se non ricordo male vicino a Monza, di proprietà o a disposizione di Dell'Utri, vennero anche nascosti alcuni latitanti, tra i quali i fratelli Grado".

Dopo aver riportato anche altre dichiarazioni di pentiti, il quotidiano spagnolo conclude che "il leader di Forza Italia spunta in tutte le dichiarazioni dei mafiosi come il gran funambolo emergente degli anni Sessanta e Settanta, con il quale conveniva entrare in contatto. Nessuno ha saputo, neanche lui, spiegare come finanziò la prima grande operazione immobiliare nel 1963, con la quale costruì un complesso residenziale per 4000 abitanti. Si sa solo che il denaro arrivò attraverso la Svizzera mosso da un oscuro avvocato di Lugano". Conclude Hermann Tertsch: "Quarant'anni dopo, Berlusconi è praticamente il padrone, oltreché il capo, dell'Italia".
Alvin
2011-03-04 08:35:18 UTC
Beh, la magistratura ha appurato che Forza Italia è nata da una collusione mafiosa.. ma questo i tg non lo dicono troppo.
?
2011-03-03 22:05:20 UTC
si.
2011-03-03 22:04:24 UTC
La politica è tutta una mafia. A volte mi vergogno di essere italiana
?
2011-03-04 11:11:47 UTC
si! e' un mafioso a capo di un partito di mafiosi!
2011-03-04 04:56:38 UTC
.......ma la mamma di Berlusconi che lavoro faceva ?
?
2011-03-04 03:38:35 UTC
un'imprenditore che fà affari al sud sicuramente ha dovuto interloquire con la mafia,come quando vai in un paese straniero e devi raggiungere accordi col governo locale.Quindi la risposta è si;adesso non credo abbia più rapporti con la criminalità ma non è dato sapere.
gabry
2011-03-04 00:04:05 UTC
Rispondendo ironicamente,no,non è mafioso,è pulitissimo.Seriamente parlando è 1 mafioso corrotto che si compra i politici.

Ciao.
Speedy
2011-03-03 23:50:06 UTC
GUARDA :



http://www.youtube.com/watch?v=rDHRTMe-XKQ&feature=related



http://www.youtube.com/watch?v=1VWridsQxhs&feature=related



http://www.youtube.com/watch?v=0V5VgzAURYU&feature=related



http://www.youtube.com/watch?v=EFs6xR2K2ac&feature=related
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2011-03-03 22:58:30 UTC
No! Non lo so! Mi avvalgo della facoltà di non rispondere! Nenti vidi e nenti sacciu! 'a mafia nun esishte!


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