Cara Laura F,
cerco di risponderti in modo puntuale. E questo anche se forse la tua voleva essere una provocazione. Ma non avendo elementi per stabilirlo, mi scuserai se sono eccessivamente didascalico e forse dico cose che sai già.
1) un conto è la modifica esplicita della Costituzione, un'altra l'adozione di un'eventuale legislazione ordinaria incostituzionale. Nel secondo caso è sempre possibile annullare la stessa con sentenza della Corte Costituzionale, nel primo c'è poco da fare
2) e, anche come precedente, è diverso mettere in discussione il come attuare la Costiituzione dal discutere (e modificare unilateralmente) una norma costituzionale
3) la Costituzione (soprattutto la parte prima) deve necessariamente avere un contenuto vago perché deve permettere al legislatore ordinario una certa libertà di azione. ALtrimenti si correrebbe il rischio di dover modificare ad ogni pie' sospinto la costituzione o di vederla cadere di fatto in desuetudine (lo diceva già Calamandrei).
Quindi una disposizione cost può essere legittimamente attuata o rispettata anche da leggi diametralmente opposte
4) Rispondentoti dal pdv tecnico, dunque sarebbe incostituzionale una legge che riconoscesse il matrimonio ai gay? no, come non lo è l'attuale normativa che lo esclude. Questo perché la definizione di natura e famiglia è volutamente vaga; il concetto di famiglia si modifica al modificarsi della società.
Sta la legislatore ordinario scegliere il modello di famiglia che si vuole tutelare e i modi della tutela.
Probabilmente qualche anno fa la Corte Costituzionale ne avrebbe dichiarato l'illegittimità, ci sta che in futuro (od oggi) ammetta la costituzionalità di entrambe le ipotesi (ci sono precedenti il tal senso: vedi l'interpretazione del ruolo della Chiesa cattolica nelle pronunce in materia di bestemmia).
5) potrebbe essere inocstituzionale una norma che estende ad istituti diversi dal matrimonio i benefici che la legge oggi attribuisce al solo matrimonio?
Può darsi di sì, dato che l'art.29 afferma che è il matrimonio. Dipende poi molto da quanti e quali benefici si prevedono a favore dei PACS. La costituzione non esclude che alcuni benefici possano essere concessi a forme di famiglia diverse da quelle fondate sul matrimonio. Né di disciplinare in modo più flessibile il matrimonio.
Ho cercato di scrivere quanto sopra nei termini più neutri possibile (ho cercato di pronosticare l'esito di un eventuale giudizio di legittimità costituzionale).
Ora le mie osservazioni personali:
- il dibattito sui PACS è ideologizzato e si basa su assunti sbagliati
- se si vuole tutelare la famiglia fondata sul matrimonio(cosa di cui non me ne potrebbe fregare di meno), è molto più pericoloso ammettere una forma di matrimonio flessibile come i PACS per tutti (e molto più conveniente spesso del matrimonio civile) che il matrimonio omosessuale (che riguarderebbe poche persone che non hanno altra scelta e comunque non influirebbe sull'esplicazione della loro sessualità)
- d'altro lato i PACS per chi si potrebbe sposare, ma non vuole è un controsenso. Se si trattasse di un patto con effetti limiatati alle parti, non ci sarebbe problema. Il bello è che si pretendono dalla collettività notevoli benefici, senza assumersi nessun costo (tra l'altro pensare di estendere la pensione di riversibilità ai paccati è impossibile). Un conto chi è gay e non ha scelta, un conto chi non si sposa per scelta (libera e rispettabilissima, se non si pretende nulla dagli altri). Un conto chi cerca nei PACS un riconoscimento sociale.Altro chi vuole un puro (ed egoistico) tornaconto economico.